lundi 5 janvier 2015

GIPI E ZEROCALCARE, la nona arte in Italia




Il fumetto è detto "nona arte", sarebbe il francese Claude Beylie a proporre per primo questa definizione nel 1964 in un articolo dal titolo "Il fumetto è un arte?" pubblicato nel 1964 presso "Lettres et médicins".
Il fumetto in Italia è stato visto sempre con grande diffidenza a livello artistico, mentre successo a livello culturale ha riscosso in altri paesi. Un notevole contributo per lo sdoganamento di questa forma espressiva l'hanno dato tuttavia gli artisti italiani degli ultimi anni. Gipi è stata una figura importante, che ha portato il fumetto laddove prima non era arrivato. Le sue tavole sono state valorizzate (ricordo la mostra a Torino in occasione di Artissima) come prodotto dell'arte contemporanea italiana. E lo stesso Gipi fa diretto riferimento ad alcuni artisti che hanno segnato il suo percorso come Schifano. Il suo tratto riesce a farsi pellicola con il film "L'ultimo terrestre" (2011); e la sua narrazione si è imposta a livello letterario, finalista al premio Strega. 
Una nuova via per la "nona arte" è rappresentata da ZEROCALCARE, fumettista romano. Rispetto a Gipi, non lanciato dalla Francia (pur essendo la madre francese), un esordio e un successo tutto italiano, partito dall'autoproduzione. Mentre Gipi è pittorico, il disegno di ZEROCALCARE è più riconoscibile come fumetto nero su bianco, non per questo meno complesso, la parte infatti verbale e dialogica è molto ricca, con pensieri che rivelano l'impegno sociale dell'autore, vicino ad alcune battaglie per i diritti dei cittadini. Due artisti dunque messi spesso a confronto, in copertina l'immagine di XL che li accomuna.

Max Ponte

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